Weekly Playlist N.19 (2022)

 

Nelle ultime due settimane abbiamo sguazzato con gioia luciferina nelle libagioni in onore di Mayhem, Taake, Kampfar e di tutti gli altri pesi massimi impegnati coi loro ritorni on-stage a ributtare giù il muro che divide l’Italia dall’Europa civilizzata, il quale pareva essersi rialzato dopo le peripezie che tutti conoscete. Per questo weekend invece ben poco sembra profilarsi all’orizzonte, almeno se escludiamo uno show davvero speciale di alcuni untori lombardi a noi assai cari, perciò non potrebbe esserci occasione più propizia di questo giovedì per incatenarsi davanti allo stereo e spararsi in sequenza gli strepitosi album venuti fuori di recente, magari a cominciare da quello di un’entità che alla lontananza dai palchi rimedia con la disumana bellezza della propria musica. Se vedere gli Aethyrick inclusi nel registro degli indagati autori dei masterpiece dell’annata in corso può non lasciare più tutta questa sorpresa, tutto il contrario andrebbe invece detto per la naturalezza con cui i finlandesi snocciolano pezzi memorabili ad inflessibile cadenza annuale. Nel caso chi ci legge sia già appassionato del duo confidiamo che Pilgrimage” o almeno la sua maiuscola opener “The Turning Away” non abbiano più troppi segreti per loro, sebbene il rilascio a marzo ed il titolo in inglese possano abbassare in certi boccaloni la soglia dell’attenzione; in tal caso, questa gentaglia si studi qualcosa in proposito e vada subito dopo a nutrire orecchie ed anima. Nel più prevedibile dei balzi, al disco della settimana segue (spoiler?) l’imminente disco del mese fornito da un’altra legione scandinava impegnata a tenere vivo il verbo nero, senza per questo ristagnare nei cliché solo per accontentare qualche vedova della Svezia di fine Novanta: i Lifvsleda del resto non sono qui per farvi sentire al sicuro, bensì per seppellire i vostri resti mortali nei riverberi elettrici della “Kallet” che chiude Sepulkral Dedikation”. Quello che vi appresterete a leggere in esclusiva sulle nostre pagine non sarà però un semplice articolo sui quattro lavori di maggior pregio sentiti nel corso di aprile, ma un tag team match di rara ferocia in cui svedesi e tedeschi si cartelleranno a sangue per la gioia di noi sostenitori delle diaboliche frequenze. A dar man forte ai connazionali appena ascoltati arriverà infatti il reparto scelto Månegarm alle prese col mastodontico Ynglingaättens Öde” e gli intrallazzi in esso raccontati. Secca, spartana e dritta al punto, “Auns Söner” romba nell’impianto e gonfia i polmoni agli astanti in cerca delle emozioni nordiche, specialità della ciurma guidata dal leader nato Erik Grawsiö. All’angolo opposto del quadrato si scaldano di contro altri due monicker da non sottovalutare affatto, capaci di sfruttare le loro radicali differenze per soddisfare ogni genere di estimatore delle esportazioni teutoniche. Due progetti, due dischi appena usciti, due modi opposti di mettere in musica la propria terra natìa: ecco difatti il vagabondo turingio Valkenstijn veleggiare su fiumi di nero liquame, sangue delle montagne tanto care ai Mosaic del fresco terzo parto Heimatspuk” rappresentato da “Blutnelke” e dai suoi toni dark come non mai, e seguita a breve distanza dalle razzie dei predoni bavaresi Drudensang sfociate nel frastornante esordio Tuiflsrijtt” del quale ci è rimasto nel cuore l’attacco frontale su “Von Druden Zerfetzt”. But wait, there’s more! Il fascino mitteleuropeo non si limita alla terra di bratwurst e kartoffeln, poiché dalla loro amata Gheldria i Nodfyr hanno ripreso a marciare dopo la prima battaglia che li ha visti trionfanti giusto un annetto abbondante fa, sebbene al momento si oda soltanto la piacevole “Herfsttij” all’orizzonte. Una volta aggiunta tale succulenta postilla al bottino contrassegnato 2022, non resta quindi che darci dentro con un quartetto di anniversari tutti da festeggiare a suon di cannoni e sciabole, alcuni finalmente inclusi nel salone della gloria Darkest Past mentre altri introdottivisi di soppiatto e pronti a far partire la caciara. Settimane addietro vi avevamo ricordato la magnificenza di Fractal Possession” e Skelepht”, capitoli irrinunciabili nei favolosi curriculum di Abigor e Dråpsnatt sui quali ora potete leggere i proverbiali fiumi di parole, alternando nel mentre i graffi accidi di “Lair Of Infinite Desperation” all’incanto maledetto dell’eterna “Meningslösheten”. Vi vediamo ancora in piedi e questo ci dà su i nervi, ma per (nostra) fortuna è in arrivo al binario 666 il trentennale tondo di The Dark War Has Begun”, opera tra le ingiustamente meno note del circuito proto-blackeggiante ma che è bastata lo stesso per farci amare i Bestial Summoning, irresistibili casinisti olandesi la cui leggenda sopravvive intatta -e per pochi eletti- nel truce smartellare della title-track. Dal 1992 al 2012, dall’Olanda all’Islanda, e dal tanfo di fossa comune alla salsedine del mare circostante divenuto feudo del genio assoluto degli Árstíðir Lífsins; non dite che vi aspettavate un simile twist conclusivo, ma fatevi al contrario una scorpacciata della splendida “Gylðis Kind Hefr Aldrei Dvalist Á Einum Stað” mettendo in agenda un paio di giri a bordo dell’intero Vápna Lækjar Eldr”, che senz’altro li merita più di molta roba che vi vorrebbero far ascoltare di questi tempi.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Aethyrick“The Turning Away” (from Pilgrimage”, The Sinister Flame Records 2022)

2. Abigor“Lair Of Infinite Desperation” (from Fractal Possession”, End All Life Productions 2007)

3. Nodfyr“Herfsttij” (from Herfsttij” (Single), Autoproduzione 2022)

4. Lifvsleda“Kallet” (from Sepulkral Dedikation”, Norma Evangelium Diaboli 2022)

5. Mosaic“Blutnelke” (from Heimatspuk”, Eisenwald Tonschmiede 2022)

6. Bestial Summoning“Victory Is Ours” (from The Dark War Has Begun”, No Fashion Records 1992)

7. Månegarm“Auns Söner” (from Ynglingaättens Öde”, Napalm Records 2022)

8. Drudensang – “Von Druden Zerfetzt” (from Tuiflsrijtt”, Folter Records 2022)

9. Árstíðir Lífsins – “Gylðis Kind Hefr Aldrei Dvalist Á Einum Stað” (from Vápna Lækjar Eldr”, Ván Records 2012)

10. Dråpsnatt“Meningslösheten” (from Skelepht”, Frostscald Records 2012)

Michele “Ordog” Finelli

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